Per molti, settembre coincinde con il vero inizio di un nuovo anno: la vita in città ricomincia a prendere ritmo, le temperature si abbassano progressivamente, mentre il paesaggio che ci circonda e i suoi odori tornano a ricordarci una quotidianità a cui siamo abituati. Eppure, settembre è anche il mese della saudade estiva, quella nostalgia che ci blocca la gola mentre proietta immagini di malinconica spensieratezza sul fondo della nostra memoria. Insomma, affrontare la fine dell’estate è davvero difficile, per questo abbiamo chiesto a 6 artisti e artiste di aiutarci a raccontarla attraverso i loro disegni accompagnati da un piccolo commento sulla loro esperienza con la saudade estiva. Intanto noi facciamo ripartire il countdown per l’arrivo della prossima estate.
Cecilia Sammarco
instagram: @ceciliasammarco
Arrivederci Estate.
Arrivederci Pomodori di Belmonte, divano vista stelle, doccia in giardino, cielo rosa, coro di cicale, vegetazione invadente e protettiva.
Evviva la famiglia/ che palle la famiglia, “stasera che si fa?” “io non esco ma forse un giro lo faccio”.
Bisogna andar via per poter ritornare.
Rozzella
instagram: @rozzella_
In estate disegno molto poco, lo stretto necessario.
I mesi estivi in Pianura Padana possono essere veramente duri, per me anche disegnare risulta difficile,
Se ho la fortuna di poter andare qualche giorno lontano, o dove per lo meno l’aria è respirabile, mi piace mettere da parte una serie d’immagini e piccoli disegni veloci che inizio a rimaneggiare sul mio taccuino di solito a partire da fine estate in poi.
Perciò accolgo la fine dell’estate più che volentieri, senza troppa nostalgia, anzi quasi con impazienza, come una liberazione, finalmente si respira di nuovo e soprattutto io riinizio a disegnare, a lavorare a cose nuove a partire proprio da qualcosa di appena passato.
Mani nel Kaos
instagram: @maninelkaos
Mi sono ispirato a quella sensazione che provavo da piccolo quando mi riportavano a casa dopo una giornata di mare ma non c’era volta in cui non volessi restare ancora. Forse per quell’inesauribile alterità, quell’instancabile movimento della marea, che ti prende a sé e poi ti lascia andare. O forse perché giocavamo a fare le arancine sulla sabbia. O ci inventavamo missioni di ogni tipo. La nostalgia dell’estate, per me, è anche nostalgia dell’infanzia perché da adulto quelle stesse sensazioni sono più difficili da assaporare.
Silvia Rocchi
instagram: @rocccchi_silvia
Disegnare i bagnanti è diventata un’abitudine confortevole, un esercizio di sospensione dai pensieri costanti. L’estate dovrebbe poter essere così, un momento di quiete nella tempesta annuale.
Elio Ferrario
instagram: @elio_ferrario1994
La saudade estiva, nel mio caso, più che una malinconia è una sorta di nervosismo nostalgico che mi porto dietro tutto l’anno.
Fin da piccolo, se non mi si lasciava fare quello che volevo, dicevo: «Non voglio più vivere in Italia. Voglio andare in Cicilia [Sicilia]».
Oppure: «Non ci voglio più andare in quell’asilo perché c’è Marco». «E in quale asilo vuoi andare?», mi chiedeva mia madre. Io rispondevo sicuro: «IN AFRICA».
Tuttora, quando mi trovo in un periodo complicato e cupo, millanto con i miei amici partenze straordinarie per luoghi esotici: «Tanto io ora mollo tutto e me ne vado a Bali».
Forse è per questo che, quando parto veramente per dei viaggi, mi piace riempire quaderni di paesaggi, anche abbozzati, che durante l’anno possano darmi suggestioni per fughe e partenze inaspettate.
Viola Niccolai
instagram: @vioniccolai
Un viaggio in Sicilia a luglio. L’Etna ci accompagna lungo l’autostrada con Battiato come colonna sonora delle ore passate in macchina. Mentre scorriamo scenari onirici il cielo ha un colore unico agli occhi, e allora provo a portarlo con me come un’immagine.