C’è questa frase molto bella di Fran Lebowitz che dice: «A book it’s not supposed to be a mirror. It’s supposed to be a door». Sarà che siamo freschissimi di visione del mini documentario diretto da Martin Scorsese che la vede protagonista, ma non ci viene in mente nulla di più adatto a descrivere la nostra passione per il progetto Libri Belli di Livia Satriano e i motivi che ci hanno portato a una collaborazione all’interno dello shop che abbiamo lanciato la scorsa settimana.
Se ancora non avete avuto il piacere di innamorarvi del suo progetto su Instagram, permetteteci di fare le dovute presentazioni. Libri Belli nasce nel 2017 dalla passione di Livia per i libri usati, soprattutto quelli in grado di attirare la sua attenzione mostrando dettagli a volte curiosi o bizzarri, altre di notevole pregio estetico (o un’esplosiva combinazione di entrambi i fattori). «Un dettaglio di colore, un titolo bizzarro, una grafica particolare» ci ha raccontato lei stessa, «ho iniziato a pubblicare la mia collezione sui social, per scoprire che questi libri non affascinavano solo me, ma erano in grado di attirare un pubblico di curiosi pronto a saperne di più. Da quel momento ho deciso di creare una pagina ufficiale, l’ho chiamata Libri Belli perché era il nome più semplice e, al tempo stesso, significativo per descrivere il criterio di scelta della mia collezione: quel colpo di fulmine che nasce dall’incontro con elementi estetici in grado di stimolare il mio interesse».
La porta sul mondo, o su diversi mondi, di cui parla Fran Lebowitz, descrive alla perfezione la capacità di Libri Belli di creare un ponte tra il passato e il presente, mettendo il libro al centro di un discorso che va oltre il suo contenuto, per dare voce alle epoche, i contesti, le menti (e le mani ovviamente) da cui nasce un’edizione. «Dentro Libri Belli ci sono i libri del Novecento, da quelli con la copertina Art Nouveau o i bellissimi manuali Hoepli di inizio secolo alle copertine di Munari, con quella estetica modernista mid-century, e tante edizioni anni Sessanta e Settanta, i miei decenni preferiti. L’idea è quella di far scoprire (o riscoprire) libri del passato attraverso quello che è inizialmente un discorso estetico, ma che poi abbraccia inevitabilmente anche i contenuti. Ci tengo a sottolineare che Libri Belli non vuole portare avanti una celebrazione dei libri del passato in termini qualitativi rispetto al presente, anzi: uno dei messaggi più importanti del progetto, che ho sempre cercato di trasmettere anche attraverso eventi, talk e collaborazioni, è l’importanza di instaurare un dialogo con il presente. In questo senso, Libri Belli è un ponte tra la creatività del passato di queste copertine italiane e la creatività contemporanea, italiana e non».
Un piccolo ponte speriamo di essere riusciti a costruirlo anche noi, chiedendo a Livia di proporci una piccola selezione dei suoi Libri Belli da condividere con Siamomine.
Si tratta di cinque volumi, dalle tematiche e gli approcci più disparati, alcuni ironici, altri utili, tutti bellissimi. Perché, e chi ama girare per mercatini lo sa benissimo, collezionare un Libro Bello regala un piacere che va oltre l’acquisto di un semplice libro: «Dal mio punto di vista il valore di un Libro Bello è molteplice. Da una parte c’è la riscoperta di titoli introvabili. Penso a tutti quei libri che, per qualsiasi motivo, non sono stati ristampati ma che oggi si rivelano ancora ricchi di stimoli e ricerche interessanti, e che andrebbero letteralmente persi se non avessimo l’occasione di recuperarli in questo modo. Poi c’è un discorso, soprattutto con la narrativa, di confronto tra il passato e il presente. Confrontarsi con una o più edizioni d’epoca significa notare tante piccole differenze nel paratesto di un libro: dal tipo di copertina e di apparato iconografico a chi ha scritto l’introduzione e con che taglio. Avere accesso a questo tipo di informazioni arricchisce la lettura di un romanzo, anche quelli che conosciamo già, perché ci permette di scoprire nuovi input interessanti e impreziosire il nostro dialogo con un’opera. Infine, c’è la questione degli aspetti materici di un libro, che va dalla scoperta dei diversi materiali alla scelta di soluzioni stilistiche, grafiche e illustrazioni diverse a seconda dell’epoca. Il libro nella storia è cambiato tanto anche dal punto di vista della produzione, in passato c’era un budget maggiore e una ricerca sul prodotto fisico, anche a livello di materiali, che erano fondamentali per la vendita del libro e che oggi sono passati in secondo piano. Non dico che le modalità di un tempo fossero migliori, ma erano sicuramente diverse e questo è molto interessante da osservare».
Non vogliamo svelarvi tutto sui Libri Belli che Livia ha selezionato per noi, quindi per saperne di più vi consigliamo di cliccare qui. Vi invitiamo a lasciarvi entusiasmare da questi cinque bellissimi titoli e seguire il motto per eccellenza di Libri Belli: Always judge a book by its cover che, come ci ha spiegato Livia, «è una provocazione scherzosa, ma anche un invito a fare attenzione a tutto ciò che c’è attorno a un prodotto editoriale, a notare la copertina e lasciarsi affascinare da tutto quel mondo relativo alla comunicazione di un libro. Perché, come dico spesso, se una copertina brutta può nascondere delle belle sorprese, raramente una copertina bella tradirà le aspettative».