Creare un carattere tipografico non è solo una questione di appeal estetico, ma anche di responsabilità sociale. Come ogni strumento in grado di favorire l’accessibilità a servizi e informazioni, infatti, i font giocano un ruolo fondamentale nel garantire parità nella user experience. Insomma, quando si parla di inclusività le responsabilità del mondo del graphic design non sono poche, ma fortunatamente c’è chi ha saputo trasformare queste sfide in un’opportunità per creare caratteri tipografici più leggibili e accessibili. Nel secondo capitolo della nostra rubrica sui migliori font in circolazione (se lo avete perso ecco il primo sui font sul cambiamento climatico), vi presentiamo cinque progetti di graphic design inclusivo che ci hanno letteralmente conquistato.
BRAILLE NEUE
«Come posso leggere il Braille?» è questa la domanda di partenza che ha spinto il designer giapponese Kosuke Takahashia realizzare un nuovo carattere tipografico leggibile contemporaneamente da vedenti e non vedenti.
Il risultato è Braille Neue, un font che combina il sistema di lettura Braille con i caratteri tradizionali, fondandosi su un’idea di graphic design inclusivo che si pone l’obiettivo di incarnare in un’unico typeface diverse esigenze di lettura, senza dividerle in base a canoni preimpostati.
Braille Neue può essere utilizzato nei servizi e nelle infrastrutture ed è composto da due varianti: Braille Neue Standard, realizzato per l’alfabeto inglese e Braille Neue Outline, che può essere invece utilizzato sia l’alfabeto giapponese che per quello inglese.
L’INCLUSIF-VE
Il discorso sull’inclusività di genere nel linguaggio è sicuramente tra i più discussi, soprattutto quando si tratta di aprire una strada per la neutralità all’interno di sistemi linguistici costruiti sulla divisione dei generi maschile e femminile.
Il designer Tristan Bartolini ha ideato un nuovo sistema tipografico per il francese proprio a questo scopo: il progetto si chiama L’inclusif-ve ed è costituito da 40 nuovi caratteri da utilizzare nelle terminazioni di parole che prevedono solitamente la scelta di uno dei due generi binari.I nuovi segni ideati da Bartolini rappresentano una miscela grafica delle lettere che solitamente compongono tali terminazioni, dimostrando come sia possibile ideare e realizzare nuove possibilità grafiche nello spettro linguistico e della rappresentazione di genere.
UNDERSTOOD SANS
Understood Sans è il perfetto esempio di come le nuove forme di accessibilità passino in primis dalla realizzazione di un graphic design inclusivo. Il caso di questo carattere tipografico è molto particolare, perché fa parte del rebrading di un’importante organizzazione impegnata nel supporto di persone con dislessia e ADHD (Deficit di Attenzione e Iperattività), Understood.Ideato dai designer Wolff Olins e Martin Vácha, Understood Sans si propone come carattere tipografico più leggibile di quelli tradizionali, soprattutto grazie agli espedienti grafici ideati dai due designer che permettono di distinguere lettere dell’alfabeto molto simili tra loro, come la b e la d, la p e la q.
ELIA ALPHABET
Un altro progetto dedicato a una migliore diffusione e comprensione del sistema Braille, Elia Alphabet è un progetto di graphic design inclusivo frutto di 17 anni di ricerca per permettere un apprendimento più semplice intuitivo del Braille.
Il risultato sono 36 caratteri, tra lettere e numeri, di design tattile ispirati all’alfabeto romano e studiati appositamente per poter essere appresi in 3 ore. Lo scopo del progetto è quello di rendere le capacità di lettura e conoscenza di chi utilizza il sistema Braille sempre più semplice e veloce, dando vita a un nuovo sistema condivisibile da tutti per favorire la comunicazione e la trasmissione di informazioni.
EMOJI
È vero, le emoji non sono un vero e proprio font, ma sono sicuramente i primi caratteri grafici ad aver dato vita a una lingua internazionale trasversalmente condivisa in tutto il mondo. Proprio per questo, quando si parla di emoji non si può trascurare il loro potenziale inclusivo.
In un articolo di approfondimento sul tema vi abbiamo già parlato della storia delle emoji e del loro rapporto con i fenomeni culturali che caratterizzano la società contemporanea, mentre in questa lista ci soffermiamo sul loro rapporto con l’inclusività.In particolare, la software house Adobe è particolarmente impegnata nel monitoraggio e nella proposta di emoji più inclusive: in questo report trovate le novità inserite negli ultimi anni e gli strumenti per utenti per chiederne di nuove.