28.05.2021

10 film sulla società da vedere su MUBI

Una selezione dei migliori film sulla società dal catalogo MUBI.

Continua il nostro appuntamento mensile con la rubrica tematica dedicata ai migliori film da vedere nel catalogo MUBI. Se siete nuovi di questo appuntamento, vi segnaliamo anche le puntate precedenti, in cui abbiamo esplorato i film sul coming-of-age e i film sul viaggio.

Questo mese abbiamo selezionato una filmografia d’autore dedicata alla società, ovvero alla rappresentazione cinematografica delle norme, dei tabù, dei traumi e delle tradizioni che influenzano i rapporti tra individui nello stesso sistema sociale. Dal bigottismo dell’Italia anni Sessanta alla vita moderna in una riserva indiana, passando per le consuetudini dell’industria funeraria svedese e le complesse espressioni dell’amore e della sessualità nella società moderna: in questa lista troverete tutto questo e molto altro, non ci resta che augurarvi buona visione.

Songs My Brothers Taught Me, Chloé Zhao (Stati Uniti, 2015)

Se avete amato Nomadland sicuramente non potrete fare a meno di innamorarvi anche del lungometraggio esordio della regista Chloé Zhao. Songs My Brothers Taught Meracconta la vita e le usanze degli abitanti della riserva indiana di Pine Ridge, dove l’esistenza scorre a un ritmo diverso dalla società americana e il desiderio di fuga dialoga costantemente con il legame intimo e istintivo con il territorio e i suoi abitanti. Un film intenso, brillante e tenero al tempo stesso.

Comizi d’amore, Pier Paolo Pasolini (Italia, 1964)

Dalle spiagge alle fabbriche, dall’entroterra alle balere: Comizi d’amore è il documentario di Pier Paolo Pasolini che scandaglia le opinioni degli italiani negli anni Sessanta in fatto di relazioni e sessualità. L’inchiesta attraversa il paese per intervistare passanti (e volti noti come Oriana Fallaci, Alberto Moravia e Cesare Musatti) provenienti da ceti differenti e indagare il loro rapporto con temi quali il divorzio, l’omosessualità e la prostituzione. Il risultato è uno spaccato poco lusinghiero e rassicurante che ci ricorda l’importanza di fare i conti con una cultura (la nostra) ancora troppo condizionata da un’idea di moralità tossica, in grado di alimentare solo vergogna e ignoranza.

Metropolitan, Whit Stillman(Stati Uniti, 1990)

Un film squisitamente anni Novanta, di quelli in cui si vedono ancora tutte le influenze degli anni Ottanta e non c’è ancora traccia della modernità sintetica dei Duemila (che apprezziamo tantissimo, ma è tutta un’altra cosa). Metropolitan è l’esordio del regista Whit Stillman e racconta le feste, durante la stagione delle debuttanti, di un gruppo di ragazzi appartenenti all’alta borghesia americana (o U.H.B. Urban Haute Bourgeoisie come la definisce uno dei protagonisti). Dentro ci troverete interessanti dibattiti sul socialismo e su Jane Austen, brillanti considerazioni sul declino della classe borghese e tantissimi altri topos narrativi sulla crescita nella porzione benestante della società occidentale.

Autumn, Özcan Alper (Germania, Turchia, 2008)

Altro lungometraggio d’esordio, stavolta del regista turco Özcan Alper, che nel 2008 conquisto la critica internazionale con le atmosfere dolorose e romantiche del suo Autumn (titolo originale Sonbahar). Il film racconta il ritorno a casa di Yusuf, studente universitario condannato e incarcerato per motivi politici per 10 lunghi anni, e del suo incontro con Eka, una giovane prostituta georgiana. I due cercheranno nell’amore reciproco una via di fuga al proprio passato doloroso, nel tentativo di ritrovare il senso di una vita all’interno di società violenta e indifferente.

Brazil, Terry Gilliam (Regno Unito, 1985)

Questo capolavoro di Terry Gilliam è sicuramente una delle pellicole da vedere e rivedere per approfondire alcuni dei temi più importanti dell’era in cui viviamo. Brazil racconta un futuro distopico in cui la società dell’informazione è ormai alla sua massima espressione burocratica e dentro cui si muove la storia del dipendente ministeriale Sam Lowry, alle prese con le pieghe oscure dell’amministrazioni pubblica, tra situazioni parodistiche da colletto bianco, liberi professionisti clandestini (il magistrale De Niro) e il sogno di un’amore per una misteriosa donna (l’incredibile Kim Greist).

La Pianista, Michael Haneke (Austria, Francia, 2001)

La Pianista è il pluripremiato lungometraggio del regista Michael Haneke tratto dal romanzo di Elfriede Jelinek. Il film racconta l’incontro tra l’insegnante di pianoforte Erika Kohut e lo studente di ingegneria Walter Klemmer, che da subito mette in atto un passionale corteggiamento nei confronti della donna. Crudo, controverso, a tratti feroce, il film mette in luce la brutalità e la repressione insite nella cultura della sessualità alimentata dalla nostra società, indagando temi come il sadomasochismo, il voyeurismo e la violenza sessuale.

A Perfectly Normal Family, Malou Reymann (Danimarca, 2020)

A Perfectly Normal Family è l’esordio della regista Malou Reymann che racconta la storia della transizione MTF di Agnete, che da padre di famiglia in un contesto tradizionale si ritrova a dover instaurare un nuovo rapporto con la sua identità e una nuova intimità con le sue due figlie, soprattutto con la più piccola, Emma. Schietto e intelligente, il film mette in luce le difficoltà che l’ideale introiettato di famiglia tradizionale e sessualità binaria interpone tra gli affetti naturali di un nucleo di persone.

Hiroshima Mon Amour, Alain Resnais (Francia, Giappone, 1959)

Nessuno sa raccontare i traumi personali e collettivi meglio di Alain Resnais. Hiroshima Mon Amourè il capolavoro sceneggiato dalla scrittrice Marguerite Duras che racconta una storia d’amore clandestina ambientata a Hiroshima attraversata da ricordi, riflessioni sull’esistenza umana e il dolore che ci affligge intimamente e collettivamente. Un capolavoro assoluto della Nouvelle Vague da vedere e rivedere. Disponibile a pagamento sul catalogo MUBI.

Kung-Fu Master!, Agnès Varda (Francia, 1988)

Anche noto con il titolo originale Le petit amour, Kung-Fu Master! è il lungometraggio della mitica regista Agnès Varda che mette al centro del suo obiettivo la storia d’amore tra una donna di 40 anni e un ragazzo di 14, compagno di scuola della figlia. Come sempre, Varda dimostra la sua capacità di restituirci uno sguardo intenso e raffinato sui temi più complessi che caratterizzano la nostra società, regalandoci la performance di una delle coppie madre-figlia più affascinanti di sempre: Jane Birkin e una giovanissima Charlotte Gainsbourg.

Meanwhile on Earth, Carl Olsson (Svezia, Danimarca, 2020)

La morte è da sempre uno dei tabù più grandi della nostra società e, per questo, uno dei temi più difficili da sviscerare, ma il regista Carl Olsson è riuscito a farlo egregiamente nel suo documentario Meanwhile on Earth. Il film cattura i retroscena dell’industria funeraria svedese, immortalando l’eterogeneo insieme di figure che lavorano alla cura, la logistica e la commemorazione dei defunti, permettendoci di osservare da vicino una componente chiave della nostra vita quotidiana, che troppo spesso abbiamo paura di affrontare.

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