09.12.2025

Cosa leggono uomini e donne, davvero

Tra escapismo femminile e produttività maschile: c’è chi legge per dominare il mondo e chi per metterlo in pausa. Su BookTok le tendenze letterarie diventano specchi delle nostre insicurezze.

Se siamo lettori o lettrici TikTok ci avrà sicuramente mostrato almeno una volta un video del BookTok: l’ecosistema all’interno del quale si parla di libri sulla piattaforma di ByteDance. L’hashtag, che attualmente raccoglie 67,8 milioni di contenuti, ha preso piede nel 2020, e racchiude contenuti vari, dai video delle pile di libri da leggere dei vari creator, alle dirette streaming in cui si piange leggendo romanzi. O anche format come i wrap up, in cui si fa il bilancio delle letture del mese. In alcuni casi si fa a gara a chi ha letto di più. 

A BookTok si possono attribuire numerosi successi, che a volte hanno riacceso l’interesse per titoli più vecchi come il romanzo del 2016 It Ends With Us – Siamo noi a dire bast di Colleen Hoover, che è tornato nelle classifiche dei bestseller dopo che la BookToker Aliisha Keens ne ha parlato a marzo 2020. Altri libri che si sono rivelati popolari includono Brevemente risplendiamo  di Ocean Vuong, Red, Rosso, bianco & sangue blu di Casey McQuiston e Beach Read. Romanzo d’estate di Emily Henry. Per non parlare di Alchemised, nato come fanfiction di Harry Potter, e diventato ufficialmente un libro grazie alla casa editrice Penguin lo scorso settembre.

Desiderio pericoloso

L’hashtag viene spesso derubricato come superficiale perché la maggior parte dei libri di cui si parla sono romance ed eventuali sottogeneri. Si parla soprattutto di romantasy, che unisce ambientazioni fantasy a trama romantica, come i libri di Sarah J. Maas o di Rebecca Yarros. Secondo l’articolo di Medium pubblicato da Books that slay, il punto di forza di queste autrici è che non si limitano a raccontare delle storie, ma creano micro-mitologie in cui i lettori si immergono.

Ora, sappiamo che non è una novità: il fantasy ha da tempo flirtato con le sottotrame romantiche, mentre i romanzi rosa hanno sperimentato il genere speculativo. Ma qualcosa nel modo in cui questi due generi si stanno fondendo ora sembra diverso. Più totale. Più intenso. E molto più culturalmente coinvolgente. In molti libri romantasy, l’oggetto dell’amore non è solo una persona, ma qualcosa di diverso. Non solo emotivamente distante o difficile da raggiungere, ma ontologicamente diverso: un folletto, un vampiro, un generale che maneggia le ombre, un mutaforma. Questa diversità non è un espediente. Attinge a qualcosa di primordiale nel desiderio: l’attrazione verso ciò che è pericoloso, inconoscibile, persino proibito.

Il romantasy diventa uno spazio sicuro per dare vita alle proprie fantasie romantiche

Il romantasy non teme nemmeno le dinamiche di potere complesse. Anzi, ne trae vantaggio. Mortali che si innamorano di immortali. Umani che sposano membri della famiglia reale. Persone comuni che seducono divinità. Il genere continua a porsi la domanda: cosa significa amare qualcuno che potrebbe distruggerti, ma sceglie di non farlo? O che sceglie di farlo, ma poi cambia idea? È qui che troviamo alcune delle dinamiche più intense: nemici che diventano amanti negli enemies to lovers, rapitori/prigionieri, compagni predestinati che si odiano.

Un meccanismo tipico dei romantasy è proprio la presenza di tropi che si ripetono e che vengono pubblicizzati sulla copertina del libro. Il punto non è la trama, ma trovare delle dinamiche conosciute, ben rodate, e che in qualche modo tranquillizzino le lettrici. Il romantasy diventa uno spazio sicuro per dare vita alle proprie fantasie romantiche, che anche se in veste fantasy, forse sono molto più terrene di quello che pensiamo. Perché a ben vedere la più grande fantasia che realizza un romantasy è quella di vedere un uomo che cambia per te. 
La critica che viene mossa al genere è però di essere vacuo e superficiale, perfetto per essere venduto su TikTok, ma non certo un libro di spessore. Oltre al fatto che viene spesso ricordato come le relazioni amorose raccontate all’interno di questi volumi siano apertamente tossiche, ma mai presentate come tali. Molto spesso è proprio l’interesse amoroso principale a essere violento e in qualche modo giustificato dalla trama, per poi redimersi, forse, a fine libro.

Sopravvivenza femminile?

Se ne è parlato recentemente in relazione al caso editoriale di Alchemised di SenLinYu, nato come la popolarissima fanfiction di Harry Potter Manacled e diventato poi un libro a tutti gli effetti. Proprio perché è diventato un’opera autonoma, tutti i riferimenti al vecchio sistema magico e al world building sono stati modificati. La protagonista è Helena Marino, un tempo una brillante alchimista, adesso una prigioniera di guerra. I suoi amici e compagni della Resistenza sono stati brutalmente assassinati, le sue abilità soppresse e il mondo che conosceva è stato raso al suolo. Helena ha perso la memoria e viene affidata a Kaine Ferron, un potente negromante, per scoprire se la sua memoria perduta nasconde i segreti della resistenza. Nasce così una relazione ambigua, basata su dipendenza e manipolazione. Uno degli aspetti che viene criticato di più è quanto l’Alto Reeve viene scusato per le violenze nei confronti di Helena, prima per le violenze psicologiche e poi per le violenze sessuali, quando la giovane donna viene inserita nel programma di ripopolazione del paese. 

Chi difende il libro, lo presenta invece come un racconto sugli orrori della guerra e la sopravvivenza femminile. Sen ha detto più volte che nella sua opera non voleva raccontare un modello relazionale a cui tendere, né tantomeno la considera un romantasy. O anche il caso di It Ends with Us di Colleen Hoover che è stato ampiamente criticato per trattare una tematica complessa come la violenza domestica in modo superficiale, facendola sembrare una storia d’amore piuttosto che la rappresentazione di un problema serio e diffuso. I più critici sostengono che il libro semplifichi una realtà complessa, dipingendo le vittime come responsabili per non essersene andate e sottovalutando i pericoli estremi che ciò comporta.

Un’altra questione che tocca profondamente BookTok, al di là dei contenuti, è la performance: molti utenti si lamentano del fatto che la lettura non dovrebbe ridursi a quanti libri sono stati letti durante l’anno o nel mese corrente, come invece avviene spesso a causa delle dinamiche dei social che spingono i creator a creare sempre più contenuti per non perdere visibilità sulla piattaforma. 
Nel frattempo, se BookTok è popolato prevalentemente da lettrici appassionate di romantasy, sorge spontaneo chiedersi cosa facciano i lettori maschi. Secondo i dati raccolti la seconda edizione dell’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria nel 2023, il rapporto annuale sul mercato dell’editoria curato dalla Fondazione e dal Gruppo Feltrinelli, due terzi dei frequentatori delle librerie sono donne (63,6%), che staccano di misura gli uomini (36,4%).

Negli ultimi anni la situazione non è migliorata, quando si parla di persone che leggono, la maggioranza sono ancora una volta lettrici. Questo trend è coerente con quello dell’Unione Europea in generale, in cui vediamo che più della metà degli uomini (55.5%) non ha letto un libro nell’ultimo anno, contro un 39.5% di donne. Ma gli uomini che lo fanno, cosa leggono?

Le letture degli uomini

Nel trend del maschio performativo vediamo parodie di uomini che mettono in bella mostra libri di letteratura femminista per dimostrare di essere progressisti. Ma proviamo a uscire da questa casistica, emersa solo di recente, e ritroviamo un trend letterario più longevo: quello del maschio del mindset. Se infatti il fenomeno del BookTok è a maggioranza femminile e dedicato alla narrativa, esiste invece un filone decisamente più maschile che è costituito da saggi dedicati all’imprenditoria. Questa sottocultura si trova adiacente a tutta la galassia della produttività e delle community online che si scambiano consigli su tool e workflow per lavorare meglio. 

Sembra esserci un imbuto: si parte da luoghi dedicati a consigli pratici su come organizzare i propri appunti, come strutturare le to do list o come usare meglio il proprio pc. In questi ambienti troviamo alcuni consigli di lettura ricorrenti, come ad esempio Atomic Habits di James Clear, uno dei libri di self-help più popolari degli ultimi anni. Pian piano si scende più in profondità. Quei consigli su come essere più produttivi a lavoro cominciano progressivamente a diventare consigli di vita e modi di essere. 

@abateangelo

Il mio primo libro l’ho letto a 32 anni. Oggi dico: è stata la svolta. 📚🔥 6 anni fa leggevo Padre Ricco, Padre Povero di Robert Kiyosaki. Da lì è cambiato tutto. Un anno fa, a cena con i miei ex compagni del liceo, ho detto: “Ragazzi, vi devo chiedere scusa. Io non sono più l’Angelo di allora. Ero un vero stronzo. Ma ho fatto un lavoro su di me.” 📖 E sapete da dove ho cominciato? Dai libri. Se vuoi trasformarti, partire da zero, ricostruirti… 💰 Non servono milioni. Ti basta investire in lettura vera, costante: – crescita personale – finanza – imprenditoria – biografie di chi ce l’ha fatta Ogni libro è un mattone dentro di te. È la leva più potente che puoi usare per cambiare la tua vita. #libri #crescitaspersonale #imprenditoria #finanza #mentalitàvincente #angelabate #formazione #investiinte stesso

♬ suono originale – Unicorn

Una visione individualista, in cui il successo economico dipende solo dalla propria volontà e dal proprio impegno.

Il tema diventa il proprio mindset, la propria mentalità, come esemplificato da Pensa e arricchisci te stesso di Napoleon Hill, uscito nel 1937, uno dei classici di questo filone. Il messaggio per il lettore è che il successo sia il risultato di una filosofia di vita vincente ancor prima di effettive pratiche e tecniche. Questo è un tropo centrale dei libri di self-help: un altro dei più popolari è Padre Ricco Padre Povero di Robert Kiyosaki. Nonostante il titolo che potrebbe sembrare quello di un romanzo di formazione ambientato in una famiglia queer, il racconto di Kiyosaki parla di quello che gli avrebbero insegnato due uomini: il primo, il suo reale padre, è quello chiamato “padre povero”, mentre il “padre ricco” sarebbe un imprenditore che gli avrebbe fatto da mentore, insegnandogli la “mentalità da ricco”, vera fonte del successo economico. Il condizionale è d’obbligo, visto che il “padre ricco” nella realtà non è mai esistito, e anche per il libro di Hill gli storici sono scettici sul fatto che abbia effettivamente incontrato i personaggi di cui parla nel suo libro. 

Giunti a questo livello non importa se i consigli pratici di questi libri siano efficaci o meritevoli: in Padre Ricco Padre Povero viene consigliato di unirsi ad aziende MLM, settore ai limiti della legalità e sospettosamente vicino agli schemi piramidali in cui molte persone, ammaliate da promesse di grandi guadagni, finiscono per invece per accumulare grossi debiti. Il punto è la visione del mondo che sostiene questa mentalità: una visione individualista, in cui il successo economico dipende solo dalla propria volontà e dal proprio impegno.

E allora arriviamo, proseguendo questa strada, a libri come  Le 48 leggi del potere di Robert Greene, in cui la filosofia alla guida è quella del dominio sull’altro e della ricerca, appunto, del potere. Non è difficile immaginare come mai il target che discende questa china sia maschile. All’uomo, all’interno di una società patriarcale, il dominio è richiesto e anche prospettato come traguardo. Vincere sugli altri, scalare le vette del successo, e soprattutto farlo solo grazie alla propria tempra mentale diventano la massima ambizione.

Non si legge per gioco

L’ambiente che si crea è quindi di un maschio che deve essere iperproduttivo. La funzione della lettura allora non è quella di una semplice attività ludica. Il maschio del mindset non ha un attimo di pausa, è sempre impegnato a migliorare sé stesso, ripudia l’ozio e lo svago, e vuole evitare di “diventare dipendente dalla dopamina”. È lo stereotipo del maschio sigma, un termine ripreso dalla fenomenologia della manosphere, che divide gli uomini in categorie come le lettere dell’alfabeto greco. E se è facilmente comprensibile capire chi è il maschio alfa e chi il beta, il sigma è oltre, è oltre le regole della società che, secondo lui, lo vorrebbe “distratto” dagli affetti. Sarà lui a scegliere se e quando avere una relazione. Lui non si sottopone alla volontà femminile, lui sceglie. E forse la cosa che fa sorridere è che sia incarnato da Patrick Bateman, il protagonista del romanzo American Psycho di Bret Eston Ellis, una parodia di quello che oggi chiameremo “finance bro”, e all’epoca era semplicemente uno yuppie. 

Considerando questo schema, non appare così anomalo ciò che succede con i libri: per gli uomini il filone di saggistica del mindset rientra nella performance maschile del produrre, del prevaricare, e dell’avere successo. Non risponde insomma a quella della ricerca di svago che potrebbe essere soddisfatta con la narrativa. Si potrebbe anche ipotizzare che per gli uomini esistano altri mezzi culturali che soddisfano di più quello svago, per esempio con i videogiochi o il mondo di fumetti e manga, che storicamente sono più dedicati a loro. 

Per le donne invece, la lettura risponde proprio alla ricerca di svago e di escapismo, alla ricerca di un mondo altro all’interno del quale può succedere di tutto, sempre però all’interno di un range di controllo. Si scelgono i libri anche per i tropi, grazie alle preziose indicazioni di copertina che ci permettono di comprendere ad esempio quanto sia spicy un libro in base al numero dei peperoncini, per capire in che lettura ci stiamo imbarcando. Perché in un mondo sempre più imprevedibile, conoscere almeno in parte la trama di ciò che leggiamo ci permette di avere un minimo di controllo su ciò che ci circonda, o almeno di illuderci che sia così – è una questione di mindset.

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