4 cose disparate che NON sono Sanremo

La storia vera di Belle Gibson: nel 2013 una ragazza trasformò la sua presunta vittoria contro una malattia mortale in un impero digitale del wellness con app, libri di ricette e centinaia di migliaia di follower. 

Belle era una blogger australiana, aveva conquistato i social media raccontando che nel 2009, a soli vent’anni, un tumore cerebrale maligno che le lasciava pochi mesi di vita. Sostenne di aver rifiutato i trattamenti convenzionali come chemio e radioterapia, optando invece per quello che definiva un “percorso di guarigione naturale… basato su alimentazione, pazienza, determinazione e amore”. Tutto falso.

La potete trovare messa in scena su Netflix: la serie tv australiana “Apple Cider Vinegar”. 
La storia di un impero di bugie che schiaccerà coloro che in buona fede crederanno alle sue cure “alternative”. Lei finisce per credere alle sue stesse menzogne?
Come si può essere così egoisti da pensare solo al proprio ritorno di status calpestando un mondo intero di malati fragili e bisognosi di speranza?
A che puntata arriva il suo fallimento nella serie e quanto piacere proviamo?
A Belle piacciono i pandori? (Che c’entra? No, questa è veramente meschina e gratuita. Spero proprio di ricordarmi di cancellarla)

Le ricerche “veramente” scientifiche hanno trovato traccia di microplastiche ovunque:  la neve fresca in Antartide, nel fondale della Fossa delle Marianne, e ovviamente nel corpo umano. Uno scienziato stima di poter isolare circa 10 grammi di plastica da un cervello umano donato. 

La concentrazione di microplastiche nel cervello, nel fegato e nei reni è aumentata con l’aumentare della produzione di plastica. I livelli di microplastiche erano circa il 50% più alti nei campioni di cervello del 2024 rispetto ai campioni del 2016.

Si sospetta un collegamento con cancro, malattie cardiache e renali, Alzheimer e problemi di fertilità. Le nanoplastiche (ancora più piccole: particelle inferiori a 1 micrometro) sono motivo di particolare preoccupazione perché potrebbero essere assorbite dalle cellule e il corpo non ha meccanismi per digerirle o espellerle. 

Dobbiamo veramente scrivere qualcosa tipo plastica brutto o petrolio cattivo e poi continuare a utilizzarli appena smettiamo di scrivere e poi, ancora, continuare a non fare azione politica per cambiare la cose? Azione politica che non però sia azione identitaria social mediatica per mostrare quanto siamo buoni e sensibili e aumentare il nostro capitale reputazionale…

Una lettera al Guardian racconta il lutto di un partner con cui si è avuta una relazione segreta per 22 anni a causa della situazione familiare complessa di lui. Chi scrive afferma di provare addirittura un dolore superiore alla perdita del figlio perché questa del partner non può essere condivisa con nessuno. 

La risposta consiglia di vedere il proprio partner perduto per quello che è: un essere umano che  ti ha nascosto all’altra sua famiglia per due decenni, lasciandoti ora in uno stato di solitudine assoluta. Una relazione di natura infantile, perché non-reale. Chi risponde immagina anche che il/la mittente della lettera si stia infuriando. Bene così, aggiunge.

Il consiglio finale è parlare parlare parlare: non bisogna dirlo a tutti, né bisogna dire loro tutto, ma non bisogna più proteggere il partner, solo sé stessi. E gli amici potrebbero persino saperne più di quanto si creda.
Il mio commento inutile: molto difficile rispondere alle lettere del Guardian.

Peter Thiel è una grande imprenditore della Silicon Valley, grande sostenitore di Trump e Vance, dichiaratamente gay, terrorizzato dalla morte, proprietario della società di sorveglianza Palantir e di un bunker all’interno di una tenuta di 200 ettari in Nuova Zelanda.

ACTS 17 Collective ha preso forma quando Peter Thiel ha pronunciato un discorso su Dio durante il compleanno di un produttore di sistemi di difesa e armamenti ad alta tecnologia. La moglie del festeggiato si è detta che se un gay miliardario poteva essere cristiano allora sarebbe valsa la pena creare questa società di persone influenti e credenti in un contesto principalmente ateo come quello della San Francisco Bay Area.

ACTS 17 Collective, un’organizzazione che promuove discussioni sulla fede tra personalità influenti. Il nome è un acronimo – Acknowledging Christ in Technology and Society – ma si riferisce anche al capitolo biblico in cui l’apostolo Paolo attraversa Atene e Salonicco per diffondere il Vangelo tra i re e le regine della cultura greci.

Elon Musk, dal suo canto, ha detto di essere un grande sostenitore dei principi del cristianesimo.
Due frasi rappresentative di Peter Thiel: “Non credo più che la democrazia sia compatibile con la libertà” “Mostrami una persona che sa perdere bene e io ti indicherò un perdente”. 
Loro e altre figure di spicco della Silicon Valley abbracciano Cristo o si interrogano molto a fondo sulla spiritualità. 
Alcuni teologi sottolineano che i valori cristiani sembrano in contrasto con alcune posizioni politiche di figure come Thiel. 
Devono essere teologi veramente acuti.