05.06.2025

Brr Brr Patapim, Tralalero e altri meme che ci tengono insieme

Italian Brain Rot: un universo di chimere create dall’IA, filastrocche blasfeme e nonsense radicale. E se questa assurda mitologia collettiva fosse l’analgesico di una generazione di fronte al mondo che brucia?

Un giorno abbiamo aperto la nostra home di TikTok e l’abbiamo trovata intasata da video di Ballerina Cappuccina (mimimi, lei è la moglie di Cappuccino Assassino), Tralalero Tralala e Bombardiro Crocodilo. Sono i meme dell’Italian Brain Rot, una serie di immagini e video creati con l’AI, in cui vengono uniti animali e oggetti, che diventano dei veri e propri personaggi con storie tutte loro. L’ecosistema di internet in cui nascono e si sviluppano è il cosiddetto Brain Rot che, secondo la definizione del Newport Institute, è lo stato di annebbiamento mentale e di declino cognitivo che deriva da un eccessivo uso di device. Ore e ore di scrolling su Internet e di consumo di quantità massicce di contenuti senza senso, spesso in multitasking, possono sovrastimolare il cervello.

Un racconto collettivo

L’origine cronologica di questi meme, come del resto un po’ tutti i meme, è di difficile datazione e coinvolge diversi autori. Secondo il sito Know Your Meme, tutto sarebbe iniziato a gennaio 2025, quando l’utente @eZburger401 crea l’audio della voce maschile italiana text-to-speech che ripeteva l’ormai celebre filastrocca di Tralalero Tralala, diventata virale nonostante la presenza di due bestemmie. Il primo utilizzo popolare dell’audio è del 12 gennaio: @andy.promaxo pubblica il TikTok di un giocattolo per bambini riprogrammato con l’audio. Il video raggiunge 5 milioni di views per la giustapposizione bizzarra del turpiloquio e dell’innocenza di un giocattolo per bambini. Ma è il giorno seguente che arriviamo al meme più famoso, postato da @amoamimandy.1a, che accompagna all’audio l’ormai celebre immagine generata con AI dello squalo che indossa delle Nike blu sulle pinne.

Gli stilemi dell’italian brainrot danno la possibilità di una narrazione collettiva molto affascinante, perché la loro codifica lascia uno spazio sempre aperto.

Nel corso dei mesi successivi si è affermata e diffusa una intera galassia di animali brainrot: Bombardiro Crocodilo, Lirilì Larilà, la Vaca Saturno Saturnita, Brr Brr Patapim, Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur, e molti altri. Tutte le creature sono accomunate da un canone di caratteristiche ben codificate. La prima è la parte visiva, un’immagine generata con AI in cui si creano delle moderne chimere con una parte animale combinata alle entità più svariate: un elefante con gambe di cactus, una mucca con il corpo che è il pianeta Saturno, una nasica con corpo di albero e piedi umani, e così via. La seconda è la parte audio: una voce anch’essa sintetizzata con l’intelligenza artificiale recita una filastrocca con il nome della creatura e una breve narrazione nonsense spesso in italiano. A volte la voce è accompagnata da melodie già popolari su TikTok come “Ominous Dream” di Skittlegirl Sound, usata da milioni di video.

Gli stilemi dell’italian brainrot danno la possibilità di una narrazione collettiva molto affascinante, perché la loro codifica lascia uno spazio sempre aperto. In primis, gli strumenti usati fanno sì che chiunque possa creare il proprio brainrot: l’immagine dell’animale chimera può essere creata gratuitamente con ChatGPT, la voce sintetizzata usando ElevenLabs e la sua voce “Adam”, e il montaggio usando gli effetti gratuiti di Capcut. Il video finale è perfettamente in linea con l’estetica dei precedenti: l’infinita riproducibilità e la prevedibilità dell’AI sono cruciali per ottenere un risultato nuovo ma sempre familiare. Un po’ come una moderna opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, la creazione di meme sempre nuovi, ma simili alla matrice iniziale è potenzialmente infinita: basta dare un nuovo prompt e sarà l’AI a fare il resto. C’è poi un’altra questione: l’accessibilità degli strumenti creativi. Questi strumenti hanno le caratteristiche di essere assolutamente gratuiti, utilizzabili da chiunque, ma sono anche completamente privati: OpenAI, ElevenLabs e Bytedance potrebbero arbitrariamente decidere di chiudere gli accessi in qualsiasi momento.

Surrealtà e attualità

C’è un altro aspetto ancora più affascinante: i personaggi dell’italian brainrot sono di dominio pubblico per costruzione, ma potremmo dire anche per intenzione, e dunque chiunque può usarli per raccontare nuove storie indipendenti che costruiscono sulla letteratura precedente. Ecco allora comparire i video in cui vediamo un pio Tralalero tralala in chiesa che cerca di espiare la colpa delle sue blasfemie ed annuncia la sua conversione e rinnovato rispetto per le religioni. Gli animali brainrot sono la versione contemporanea dei racconti popolari che si diffondevano oralmente nei secoli passati, da Omero alle fiabe folcloristiche europee, poi raccolte in forma scritta solo successivamente. C’è però una grande differenza con le storie popolari del passato, ovvero il totale nonsenso del contenuto. Siamo ben lontani da narrazioni come l’Iliade che racconta, in modo fantastico, di guerre che probabilmente furono combattute realmente. Gli animali brainrot sono totalmente scollegati dalla nostra realtà, e di questo ne fanno anzi un punto di forza. La domanda che infatti ci dobbiamo ora porre è quale sia il motivo della incredibile popolarità di questo trend, perché forse delle risposte l’attualità ce le dà.

Ciò che può sembrare una presa in giro dei problemi è un grido d’aiuto mascherato.

Secondo Alfie Bown, docente di cultura digitale e curatore della raccolta di saggi Post Memes, all’interno di un contesto online e offline sempre più diviso in echo chambers, che sembrano interagire quasi mai in modo costruttivo i meme, forse, sono un tentativo di creazione di comunità. In questo contesto, i meme possono essere interpretati come “un tentativo di riscrivere un po’ di quella collettività” che abbiamo perso in favore dell’estetica decentralizzata e iper-accelerata delle reti. Come abbiamo visto con i molti contenuti sul conclave. In un mondo che si sta inesorabilmente dirigendo verso il collasso, i meme nati dall’annebbiamento delle nostre facoltà cognitive, sembrano essere l’estremo meccanismo di coping della Gen Z e della Gen Alpha. Ciò che può sembrare una presa in giro dei problemi è un grido d’aiuto mascherato. Per gestire la vita quotidiana, la Gen Z usa l’umorismo per restare a galla. Le persone che hanno scelto brain rot come parola dell’anno sono lo stesso gruppo di persone che ha trasformato in un meme il presunto assassino di United Healthcare Brian Thompson, Luigi Mangione. Di fronte alle difficoltà possiamo piangere o ridere, e noi abbiamo scelto di ridere con dei meme nonsense generati con l’AI

La potenza di Bombardiro Crocodilo ci mostra però anche l’indissolubile legame del brainrot con la realtà, ed evidenzia l’uso del nonsense per esorcizzare l’incomprensibilità delle tragedie contemporanee. L’audio di Bombardiro Crocodilo, chimera tra un alligatore e un aeroplano bombardiere, ci dice infatti che “vola e bombarda i bambini a Gaza, e in Palestina. Non crede in Allah e ama le bombe. […]” Siamo all’opposto della surrealtà onirica che caratterizza altri personaggi come Lirilì Larilà, “elefante nel deserto che cammina qua e là”. Bombardiro è un personaggio assurdo calato in un contesto tremendamente reale. Perché?

Una delle principali opere meme del periodo precedente agli animali brainrot è senz’altro la saga di Skibidi Toilet, una lunga saga di video animati pubblicati dall’utente YouTube DafuqBoom che raccontano la guerra tra due fazioni: teste che escono da un gabinetto e uomini con una testa-telecamera. Aidan Walker, scrittore e ricercatore della cultura memetica, nella sua analisi interpreta questa guerra come rappresentazione presciente del sistema di violenza continua e inarrestabile del capitalismo della sorveglianza e dello sviluppo tecnologico incontrollato. DafuqBoom in questo senso con Skibidi Toilet distilla la violenza continua che vediamo nei notiziari attorno a noi e che spesso non sappiamo gestire. Bombardiro Crocodilo prosegue questo topos rendendo esplicito il collegamento con la realtà. La violenza estrema della tragedia di Gaza e del popolo palestinese è così incomprensibile, così ingiustificabile che finiamo per avere bisogno di personificarla tramite un essere assurdo come un alligatore volante. Perché a pensarci davvero sembra troppo anche solo immaginare così tanta violenza.

Brain rot brand

A un certo punto, in questo mondo del nonsense sono arrivati i brand, che hanno pensato di utilizzare la cultura memetica a loro vantaggio per fare in modo che le persone trovino il brand simpatico e, dunque, scelgano alla fine di acquistare i loro prodotti. Ci sono casi in cui questa scelta è risultata vincente. Come nel caso di RyanAir, che con l’ex social media manager Camilla Macchia, ha fatto dell’uso dei meme e dei trend di TikTok per promuovere la compagnia un suo segno distintivo. Per mesi infatti, gli stessi utenti, parlavano di questo fenomeno e interagivano con l’account dell’azienda come se fosse un amico. Un altro caso notevole è quello di Duolingo, l’app per imparare le lingue che ha come mascotte il gufo verde Duo che, da quando è approdato su TikTok ha fatto di tutto. Dopo aver corteggiato la pop star Dua Lipa e cavalcato tutti i trend, è anche morto e risorto, generando non poco hype.

I brand provano costantemente a colonizzare l’immaginario accessibile e democratico dei meme.

E se nei casi come Duolingo e RyanAir il risultato è molto positivo, non si può dire lo stesso di quelli che invece dei brand di lusso. Quando è iniziata l’ascesa dell’Italian Brain Rot, il brand Loewe ha ben pensato di utilizzare l’audio virale di Tralalero Tralala, senza censurarlo subito. L’account del brand spagnolo è sempre stato capace di utilizzare il linguaggio social senza snaturarsi, ma la svolta Italian Brain Rot non è stata ben accolta da tutti gli utenti, che hanno commentato dicendogli di “ricordarsi chi era”. Un inciampo simile è capitato ai democrats statunitensi, che hanno utilizzato un altro celebre audio brain rot in un video contro Elon Musk senza eliminare le bestemmie. Come commenta l’utente Pool: “Democratici che bestemmiano prima di gta 6 🥀”.

Un altro fenomeno simile è quello degli account dei brand che commentano i post altrui appropriandosi del linguaggio della Gen Z con frasi come “I know a diva when I see one” o “slay queen”. I brand provano costantemente a colonizzare l’immaginario accessibile e democratico dei meme, rendendoli l’ennesimo strumento per fare profitto. Come nel fumetto di Alex Krokus il rischio è che diventino inappropriati, rovinando la festa per tutti gli utenti. In un sistema online dove ogni interazione è potenzialmente redditizia, la ribellione diventa rimettere i brand al proprio posto, come fanno i creator che sotto ai commenti performativi rispondono: “SILENCE BRAND”.

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